Artisti 2014

ALOHA OE

//ITALIA//

Aloha Oe è uno degli street artist italiani più misteriosi e di rottura. La sua identità è ancora celata e considera il lavoro in strada come una forma di spiazzamento dell’ipocrisia perbenista borghese. Attivo tra Roma, Milano e Bologna, a Dicembre ha realizzato con Turismo Creativo, due pensiline per il progetto INAttesa.
Intenso ed espressionista, con una tavolozza di colori da record, Aloa Oe è conosciuto per la sfrontatezza con cui affronta in strada le tematiche legate alla condizione omosessuale, costringendo i fruitori a liberarsi dai pregiudizi e ad accettare senza mezzi termini il progresso civile. Bellissimi i volti sulle pensiline, che chiudono gli occhi come per nascondersi ma in realtà svelano una condizione interiore che vuole esplodere di vitalità gioiosa.

AGOSTINO IACURCI

//ITALIA//

Agostino Iacurci, classe 1986, nasce a Foggia e vive tra Roma e Norimberga come illustratore e artista. Torna a Memorie Urbane, dopo la sua partecipazione all’edizione 2012. Ha esposto in tutto il mondo ed ha partecipato alla 55a Biennale di Venezia. I suoi murales sono protagonisti dei principali festival internazionali.
Autore e creatore di una nutrita famiglia di giganti che abitano sulle pareti di diverse città nel mondo, Iacurci fa della pittura murale di grandi dimensioni la sua cifra stilistica, con una capacità compositiva e realizzativa davvero impressionante. Ironia e sintesi stilistica caratterizzano i suoi personaggi, mentre le opere di piccole dimensioni, prolungamento del lavoro da illustratore, contengono una maggiore indagine psicologica e simbolica. Ferme in un istante di perfetta poesia, le opere non si muovono, non fremono né scalpitano i colori; sembrano sostare e contemplare divertite lo strano mondo che le circonda.

ALEXEY LUKA

//RUSSIA//

Alexey Luchko (LUKA), nasce a Mosca, dove lavora come artista e illustratore ed ama vivere. E uno dei protagonisti della scena artistica russa grazie anche alla partecipazione all’ LGZ Festival di Mosca, sostenuto dalle istituzioni e organizzato dalla galleria Street Kit.
Erede del Neoplasticismo di Le Corbusier, Luka tradisce la sua formazione architettonica con una preferenza per la composizione geometrica e la ricerca cromatica. Amante di artisti come Malevic ed El Lissitzky, interpreta la realtà con delle singolari lenti astratte attraverso le quali racconta un mondo con assoluta originalità. Stupisce l’abilità compositiva con cui, partendo da bozzetti realizzati sul proprio taccuino, sceglie le tecniche espressive più adatte, passando dalla pittura, al muralismo, al collage e alla scultura.

ALICE PASQUINI

//ITALIA//

Alice Pasquini nasce a Roma nel 1980, dove tuttora vive e lavora. Non è solamente un artista ma anche disegnatrice, scenografa e pittrice. Dopo aver conseguito il diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma si è trasferita a Madrid dove si è specializzata in disegno d’animazione manuale per il cinema e televisione presso la Scuola ARS ANIMACIÓN. Nel 2004 ha conseguito il titolo di specialista in arte e critica d’Arte presso la Universidad Computense di Madrid. In Italia ha lavorato presso il fotografico de Il Venerdì di Repubblica ed è direttore artistico della rivista Greenager. Nel 2013 le sue opere sono state acquisite dal Comune di Roma e dai Musei Capitolini e sono state inserite all’interno dell’Ufficio rapporti con il cittadino.
La sua indole apparentemente calma nasconde, in realtà, un inquietudine interna da cui deriva l’incessante esigenza di spostarsi continuamente da una città all’altra. Nella sua carriera, iniziata a inizio anni 2000, ha vissuto e lavorato in Spagna, Gran Bretagna, Francia, Norvegia, Olanda, Russia. Ha varcato i confini dell’Europa realizzando opere pubbliche in tutto il mondo: dal Marocco all’Australia. Non contenta del panorama europeo si è spinta in Marocco e perfino in Australia.
Nonostante il lavoro d’illustratrice, Alice non ha mai interrotto la sua personale ricerca pittorica fino a decidere di slegarsi totalmente dall’ambito accademico-istituzionale continuando a creare opere in strada. Armata di stencil, pennarelli, pennelli e bombolette colora le metropoli eliminando il grigiore che abitualmente ci circonda. I suoi lavori, realizzati con vernice spray colorata e pittura acrilica, sono formati principalmente da ritratti sviluppando, così, una continua indagine sul corpo e sui volti umani.
Il suo inconfondibile stile si contraddistingue per l’impiego di tinte antitetiche, fredde VS calde, poiché, come lei stessa afferma: “Lavoro con la luce e non con i colori”. Questo contrasto tra i toni di colore presente nei suoi sfondi fa emergere sagome femminili, disposte in varie pose, e dipinte attraverso una linea decisa e spessa.
Alice ha realizzato opere sia su muri di innumerevoli metropoli, sia su vari supporti di recupero come buste di cartone, superfici metalliche o lignee, segnali stradali o peltro o molto altro ancora..
Il fascino di usare object-trouvé, caratterizzati da una superficie logorata dal tempo e contenitori di memorie passate, stimola la fantasia della creativa romana che vi interviene conferendogli nuova vita e nuovi connotati.
Protagoniste indiscusse dei suoi lavori sono donne di carattere, bambine arrabbiate, impertinenti, curiose e solitarie. Nonostante i suoi personaggi suscitino nello spettatore sensazioni di dolcezza e sensualità la sua volontà d’espressione va ben oltre. Le sue opere sono, infatti, un inno alla donna in quanto individuo indipendente, capace di affrontare ogni situazione o difficoltà.

ANDERS GJENNERSTAD / STROK

//NORVERGIA//

Anders Gjennestad, classe 1980, nasce a Arendal in Norvegia. Famoso per l’uso dello stencil, nei lavori in strada assume lo pseudonimo di Strok ed è diventato uno degli artisti più amati e richiesti della Norvegia. Vive e lavora tra Berlino e Oslo, le città che hanno ospitato le sue esposizioni più importanti.
Con l’introduzione dell’ombra, lo stencil di Strok supera la componente bidimensionale del muro ed apre ad uno spazio di piccoli mondi visti dall’alto in cui figure umane, mai a volto scoperto, animano la vita di strada. I soggetti sono presi dalla contemporaneità di un universo giovane e ribelle che si muove, si sposta e non resta mai fermo. La precisione stilistica è tutta dentro il realismo dello stencil in bianco e nero e nelle mille sfumature di grigio che raccontano degli effetti della luce su maglie, pantaloni, felpe e cappelli. Un abbigliamento studiato in maniera maniacale che definisce l’appartenenza dell’individuo ad un mondo e ad una generazione.

BICICLETTA SEM FREIO

//BRASILE//

“Arte, design e rock n’roll”: la miscela esplosiva che alimenta il trio brasiliano Bicicleta Sem Freio, letteralmente Bicicletta senza freni. Un linguaggio pop mutuato dal mondo dell’illustrazione e dei fumetti e arricchito di una ricerca nella tradizione coloristica sudamericana. Per la prima volta in Italia, in un extra del festival Memorie Urbane, Douglas, Victor e Renato sono impegnati nella realizzazione di due muri, a Gaeta e Terracina, che si andranno ad aggiungere al nutrito panorama street della Riviera d’Ulisse. Fonte di ispirazione primaria del gruppo è l’universo femminile, nella sua connotazione più sfrontata, seducente e vitale. Con i colori che segnano le caratterizzazioni psicologiche e diventano parte di un’intensa e vivace narrazione artistica.

BOSOLETTI

//ARGENTINA//

Espressionista e giocoliere, Francisco Bosoletti (Armstrong- Argentina 1988) ha intrapreso un percorso di ricerca artistica piuttosto singolare, coniugando un certo stile classicista con una vena provocatoria di protesta contro lo strapotere dell’economia e del concetto di “speculazione economica” che sembra ormai al centro dei pensieri dei suoi connazionali argentini, e non solo. Simbolo scelto, il tulipano, protagonista di una delle più singolari operazioni speculative nella compravendita di oggetti tra i diversi continenti. Fiore poetico ed elegante, gioca con le figure umane come totem e segnale, freccia o monito perché si conservi all’interno della metafora pittorica un discorso di coerente umanità. Con pennellate vigorose e una tavolozza dalle tinte terrestri, Bosoletti lavora su un doppio binario creativo: da un lato esplora l’orizzonte del movimento umano femminile, fatto di una gestualità iconica e rituale come un rito sciamanico scatenato e diretto dall’immancabile elemento del tulipano, che lotta e interagisce con le linee energetiche della composizione; dall’altro si muove alla scoperta degli ambienti e degli scenari che si nascondono dietro la vita di una superficie murale, riprendendoli e riportandoli alla luce. Uno stile talvolta scabro e abbozzato, ricco di elementi simbolici che si riducono con il progredire e la maturazione della ricerca. Elementi pittorici in cui le due componenti, quella umana e quella riflessiva, vengono fatte emergere con forza e prendono il sopravvento sulla dimensione realistica. Poetico ed eclettico nelle composizioni, Bosoletti è intervenuto per la prima volta in Europa in occasione della sua partecipazione a Memorie Urbane – Street art festival.

DAVID DE LA MANO

//SPAGNA//

David de la Mano, illustratore e muralista delle Maldive, Spagna. Racconta la sua attività artistica in un blog chiamato “¿en qué me he convertido?” (Che cosa sono diventato?) ed ama collaborare con altri artisti, come Pablo S. herrero, con cui ha realizzato un’opera murale in Portogallo.
Pittura murale a figure nere su parete chiara o bianca, il lavoro di David de la Mano, procede sulla rielaborazione di figure archetipiche: l’uomo stilizzato e primitivo si unisce agli altri per formare comunità, affrontare sfide ed occupare il pianeta. Un immaginario alieno e post-totalitarista, riletto in chiave poetica con le figure umane con gambe di radici, come in fuga dal mondo statico a cui appartenevano. Suggestivo l’utilizzo dei concetti di direzione, con questi ominidi che si incamminano come in una ipnosi collettiva e di forza centrifuga, che risucchia l’umanità in un vortice di disillusione.

E1000

//SPAGNA//

e1000, eclettico artista spagnolo, spazia tra geometria, astrattismo 3d e scultura.
Singolare figura del panorama street spagnolo, l’artista sembra appropriarsi dei più disparati elementi della città e della strada per comporre il proprio lavoro artistico: una cancellata, una serranda, la grata di una finestra, basta un po’ di colore e l’intuizione di una linea e il gioco è fatto. Firmato e1000. Un lavoro ironico a cui l’artista alterna un lavoro di matrice astratto-geometrica, gestito con le sfumature del colore e una produzione murale figurativa, più direttamente ereditata dall’ambiente del graffitismo di strada. Ricco di fascino il suo disseminare per le strade, sculture 3d che favoriscono l’interazione con il pubblico o dare un volto ad oggetti propri del “paesaggio stradale” come cabine elettriche, muri, ecc…

EIME

//PORTOGALLO//

Eime, classe 1986, nasce a Caldas da Rainha in Portogallo. Vive e lavora a Porto dove lavora come artista e scenografo nell’ambiente del teatro, del cinema e della pubblicità.
Attivo da oltre 10 anni nell’ambito dell’arte urbana, ha sperimentato diversi linguaggi artistici prediligendo in un primo momento l’immediatezza di adesivi e poster, che consentono una diffusione rapida degli elementi nella città, poi si è concentrato sulla tecnica dello stencil che, unito ad una certa astrazione geometrica e colorata, gli consente di scavare nell’umanità e nell’espressività dei suoi soggetti. Ha partecipato a diversi festival ed esposto in mostre personali e collettive.

ERNEST ZACHEREVIC

//LITUANIA//

Ernest Zacherevich, artista lituano, vive e lavora tra le strade di Penang in Malesia, città che ha riempito dei suoi lavori e che ha recentemente ospitato una grande mostra-esplorazione personale.
Linguaggio e ironia propria della tradizione della street art degli anni 2000, il giovane artista europeo ha attraversato l’Asia e trovato una sua collocazione artistica nella penisola al largo della Thailandia, un luogo ricco di umanità e suggestioni che sono entrate a far parte del suo linguaggio artistico. Un lavoro che non può fare a meno del “riuso”, anche in chiave concettuale, con oggetti di scarto che entrano a far parte della vita dell’opera, per il tempo in cui ciò sarà possibile. Un universo ludico e spensierato, il suo, pieno di spunti di riflessione sulle tematiche più importanti dell’esistenza, come il passare del tempo e la differenza fra le generazioni. Diventato famoso con la sua partecipazione al Nuart festival 2013, Zacherevich è considerato tra gli artisti più promettenti del panorama internazionale.

ETAM CRU

//POLONIA//

Etam cru è una formazione artistica composta di due entità: Sainer e Bezt, di nazionalità polacca. La pratica murale di Sainer e l’espressionismo di Bezt si fondono in Etam per dare origine ad un lavoro in strada di grande impatto, una sorta di quadro urbano di enormi proporzioni.
Non si tratta di arte contestuale, ma di un universo immaginario che prende vita sulle pareti in una sorta di nuovo surrealismo urbano, con umani e animali accomunati dall’appartenenza ad un mondo dalle sembianze ambigue ed inquietanti. Attivi prevalentemente in Polonia, hanno realizzato opere in strada anche in Bulgaria, Germania e Portogallo. Enorme clamore internazionale è stato provocato dal loro sbarco negli States, con cui sono stati consacrati come una delle più affascinanti novità del panorama street internazionale, per il lavoro Moonshine, realizzato a Richmond, Virginia, con una esile modella punk infilata in un barattolo di fragole.

ETNIK

//ITALIA//

Alessandro Battisti, aka ETNIK nasce in Svezia ma vive e lavora tra Pisa e Firenze. Ha partecipato ai più importanti festival nazionali, come Frontier e Picturin ed ha fondato nel 2009 il collettivo Bunker108 insieme a Duke1.
Protagonista del writing italiano anni ’90, matura la sua passione non solo per il tradizionale “lettering”, con cui ci si mette alla prova nel mondo dei graffiti, ma anche per una pittura murale che potremmo definire arditamente astratto-cosmologica. Le composizioni di Etnik creano universi, infatti, attraverso l’esplosione della materia. Una sostanza che porta dietro di sé, come elemento imprescindibile, il colore che a seguito di questo processo arriva a dominare la scena visiva. Gli elementi figurativi spesso sono metafora della città come realtà complessa e metropolitana, al centro della critica sociale dell’artista.

HYURO

//ARGENTINA//

Hyuro è un artista originaria dell’Argentina, oggi vive e lavora a Valencia, in Spagna. Ha iniziato a dipingere in strada dopo aver conosciuto lo spagnolo Escif. Da allora non è trascorso molto tempo. La scelta di operare in the street nasce dalla riscoperta di questa location come luogo ideale per esprimersi e comunicare con un pubblico più ampio.

I suoi lavori sono caratterizzati da uno stile semplice, pulito e che per certi versi ricorda i manga giapponesi. La predilezione per le tinte monocrome, principalmente bianco e nero, è in perfetta sintonia con il tono cupo delle atmosfere dipinte nelle sue incursioni murali, dove illustra le preoccupazioni e le paure che ogni singola identità nasconde nel suo essere. Tra i vari temi affrontati primeggia il costante interesse nei confronti dell’interiorità umana ed in primis di se stessa. Infatti, soggetto cardine delle sue opere è il corpo femminile, spesso messo in relazione con animali ed elementi naturali. La sua è una sottile riflessione sull’identità, individuale e collettiva, e sulla libertà sentite come condizioni imprescindibili ed inalienabili dell’individuo. La sua predilezione per il disegno su carta e l’utilizzo di penne e matite rigorosamente nere la differenzia nettamente da altri urban artists. Ha realizzato murales in varie città della Spagna, come Valencia, ma anche in altre metropoli europee come Hannover, Praga, Zurigo, Stavanger (Norvegia) ed in nazioni extraeuropee come Messico, USA e Argentina. In occasione del 25 novembre 2013, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, ha realizzato due muri, nelle città di Formia e Terracina, in un evento organizzato da Turismo Creativo.

ICKS

//ITALIA//

ICKS, artista anonimo di Termoli è l’anima dello stencil. Bombolette, carta, tanta precisione ed una buona “visione”, ICKS costruisce il movimento interno di un’umanità iconica e profondamente contemporanea. Volti e scritte ed un gioco di bianco e nero e colore per una sorta di “computer grafica” manuale, che attira gli appassionati del genere e incuriosisce chi di stencil art ne sa davvero poco.
Ironia e costruzione articolata delle immagini, ICKS gioca con l’immaginario pop consolidato lavorando sul filo dello stereotipo per capovolgere il senso e trasformare l’icona in critica della società contemporanea e appropriandosi dell’universo visivo, utilizzandolo a proprio piacimento. Davvero magica la raffigurazione della comunità punk e i suoi stencil sulle tematiche sociali. Eversivo artista, raffinato e di lotta. Quest’anno ha partecipato al progetto INAttesa di Turismo Creativo, regalando al Basso Lazio due straordinarie pensiline.

LEVALET

//FRANCIA//

Levalet, all’anagrafe Charles Leval, poster artist francese attivo in strada dal 2012. Ha esposto in galleria a Parigi, Montpellier, Grenoble.
Il teatro si fa arte ed invade la strada. Sono vere e proprie mise en scéne quelle realizzate da Levalet sui muri delle città francesi. Una street art provocatoria che congela i volti, la gestualità, le posture per raccontare un catalogo di scenari contemporanei o di atmosfere da primo dopoguerra. Queste opere, meglio definite come “paste up”, dalla tecnica a strati con cui sono realizzate, hanno una resa fotografica sulla realtà, che si mette in posa per accogliere la vitalità degli elementi portati sulla scena dall’artista. Ironia pungente e denuncia sociale si alternano nella costruzione di una commedia della vita. Non a caso, l’artista sul principale social network, si definisce “comico”.

MARTIN WHATSON

//NORVEGIA//

Martin Whatson, classe 1984, nasce in Norvegia e si laurea in Art and Graphic design alla Westerdals School of Communication di Oslo. Entra in contatto con la scena urbana locale, fin da piccolo , interessandosi in particolare ai graffiti e alla tecnica dello stencil, con il quale si cimenta nel suo debutto artistico, nel 2004.
Influenzato da artisti come Banksy e DOLK, Whatson comincia a esprimersi con uno stencil realistico e provocatorio. Bianco, nero, rosso e toni scuri di grigio caratterizzano gli esordi di un artista che troverà del “colore gestuale” la sua cifra stilistica. Racchiuso in una pallina da tennis, frantumata da una racchetta, il colore, nella sua forma liquida, incontrollata, spontanea ed irruenta si sparge all’interno di una realtà ordinata e da allora non ha più smesso di caratterizzare i lavori dell’artista. Nei Solo Show, da Tokyo a Parigi, passando per Copenhagen, ha affrontato le tematiche di una poetica punk contemporanea che invade la realtà e i simboli della storia dell’arte, con una commistione di tecniche che produce più livelli di significato, di profondità artistica e psicologica dei soggetti trattati. Al lavoro in strada si aggiunge una suggestiva produzione in studio, con lavori sempre caratterizzati da una colorata ironia e raffinata costruzione estetica.

MP5

//ITALIA//

Il lavoro di MP5 è una traiettoria nera senza alcun ripensamento.
L’idea di un mondo fatto di un bianco e nero feroce in cui non c’è una sola forma ma tante che tutte appartengono ad una umanità assolata, accecante. Un’ estetica radicale che lascia emergere i conflitti della modernità con richiami all’inconscio ma anche alla coscienza politica e sociale.
Da anni I suoi disegni trovano spazio nei fumetti, nelle illustrazioni, nelle locandine per manifestazioni politiche, concerti, festival di teatro e sui muri delle principali nazioni europee come la Spagna, la Francia, La Germania, L’ Italia, La Croazia, la Slovenia e La Svezia.
Le sue installazioni sono state esposte in festival, gallerie e musei italiani ed internazionali come il Museo Macro la Pelanda (Roma), il museo Caos (Terni), La biennale dei giovani artisti dell’europa e del mediterraneo (Napoli) il teatro India (Roma) la galleria Patricia Armocida (Milano), la Bedeteca de Lisboa (Lisbona), il festival Napoli Comicon (Napoli), il festival Rdce Zore (Lubiana), il festival Crack (Roma), il festival Lumen (Salerno). Si sono interessati al suo lavoro numerosi media nazionali e internazionali tra cui il canale televisivo ART’è France, il settimanale D di Repubblica, il magazine Il Mucchio e il settimanale Internazionale che ha ritrovato nella sua opera una finestra sui sogni, gli incubi le cose proibite e altri fantasmi propri del cinema surrealista o del più recente cinema di David Lynch. Ha pubblicato due libri: Palindromi (ed. Grrrzetic) e Acqua Storta (ed. Meridiano Zero) che le è valso il premio Micheluzzi come miglior disegnatore al Napoli comicon 2011.

NATALIA RAK

//POLONIA//

Natalia Rak, classe 1986, nata in Polonia. Si è laureata in Fine Art a Lodz con specializzazione in Spatial and Poster Design conseguita presso l’atelier dell’artista Sławomir Iwański. Artista emergente del penorama europeo, ha esposto prevalentemente in Polonia, in mostre personali e collettive.
Istinto e colori brillanti, fanno di questa artista una rappresentante della corrente di arte urbana più tradizionale, armata di bombolette e specialista delle sfumature e delle impressionanti rese coloristiche. Interprete di un’umanità imbronciata e sovrappensiero, Natalia Rak è diventata famosa per la sua bambina dalle treccine rosse che innaffia in punta di piedi un albero, strappandolo alla tridimensionalità del mondo reale e trascinandolo all’interno di un mondo fantastico di graziosi giganti a colori. Un percorso artistico segnato da forti potenzialità, da seguire con interesse nel suo sviluppo internazionale.

NELIO

//FRANCIA//

Nelio nasce nel 1982 in Francia. Vive e lavora a Lione ma ha iniziato la sua attività artistica oltreoceano, quando è venuto a contatto con i famosi graffiti della scena urbana di Melbourne.Il suo linguaggio artistico ha “origine dal mondo dei graffiti ma è consapevole della storia dell’arte e ispirato al graphic design, all’architettura e al mio immaginario infantile”, come dice egli stesso. Ha uno stile astratto e frammentato e gioca con le varianti di uno stesso colore o con una certa sovrabbondanza cromatica. Crede nella street art come interpretazione di una libertà di espressione che supera le censure della società, dei media e perfino del mondo della cultura. Ispirato a correnti artistiche che vanno dal primitivismo, al cubismo, per finire ai Dada, vede la sua attività artistica come un’attività ludica e di sperimentazione, proprio per questo ama lavorare con altri artisti e giocare con la mescolanza di stili diversi.

PABLO S. HERRERO

//SPAGNA//

Pablo S. Herrero, artista spagnolo dalle mille collaborazioni, con un linguaggio che porta tutti inevitabilmente a mettere radici.
Un lavoro che si insinua in ogni spazio libero della superficie; il linguaggio di P. S. Herrero parte da una stilizzazione dell’albero, ricondotto ad una continuità tra apparato aereo e radici, in cui il fusto rappresenta solo un elemento transitorio, come se assorbire (sole, luce) e succhiare (sostanze nutritive) siano le uniche attività degne di nota. In fondo la vita è questo. Herrero lavora con il segno come con una forza vitale, che è tale da reggere il continuo confronto costruttivo con il linguaggio di altri artisti, e1000, David de la Mano, solo per citarne alcuni. E allora i rami seguono colorate forme geometriche, annegano in un rosso tramonto o vanno a determinare le estremità inferiori di ominidi di stampo primitivo. Attivo soprattutto in Spagna, lavora su commissione di privati e gallerie.

PIXEL PANCHO

//ITALIA//

Pixel Pancho, street artist Torinese e un po’ spagnolo di formazione, vive tra l’Italia e l’estero portando in giro il suo modo di fare murales, ormai famoso in tutto il mondo.
Writers e “vandalo” della prima ora, Pixel Pancho come nome e progetto artistico nasce nel 2001, con una sorta di nuovo contatto e comunicazione tra il mondo umano e quello dei robot, attraverso cui l’artista parla dal punto di vista visuale. Un entità che ha l’obiettivo di diventare il nuovo Dio e che l’artista sta portando in giro per il mondo, in strada e in diverse gallerie per esposizioni personali o progetti urbani. Una nuova umanità di metallo che richiama l’immaginario di un’intera generazione e si configura come una riflessione sull’esistenza da un inedito punto di vista.

SETH

//FRANCIA//

Julien “Seth” Malland, classe 1972, nasce a Parigi. Si laurea a L’École Nationale des Arts Décoratifs e affianca il lavoro murale in strada con una professione in ambito pubblicitario. Ha pubblicato il libro Globe Painter edizioni Alternatives, in cui ha raccontato la sua esperienza in giro per il mondo, per maturare una tecnica pittorica personale ed espressiva. Ha pubblicato, inoltre, Tropical Spray ed è autrice del documentario Les Nouveaux Explorateurs, trasmesso da Canal +.
Riservatezza e fantasia, Seth porta sui muri le caratteristiche proprie di un’infanzia schiva e sognatrice, dove i volti dominano sul resto perché nella rappresentazione sono questi il veicolo di sentimenti, emozioni e paure. L’architettura della città e gli oggetti diventano pensieri e vengono trascinati nella meditazione del protagonista, con un utilizzo disinvolto di bianco e nero e dei colori più sgargianti. Un arte che si fonde involontariamente con il paesaggio naturale o urbano, proprio come la più intensa umanità diventa parte integrante dei luoghi.